"L'ombrello di guerra delle formiche" di Ferdinando Giannone-Elisabeth Guggeri

«Siamo rimaste in poche ormai nel nostro formicaio…» stava dicendo Simo, una diafana formica che si manifestava anemica e con le ali azzurrine.

«Sì, ma non nascondo che sono tuttora stranaauseata…» intervenne Kevine, una formichina bianca che teneva con sé un libro stretto fra le zampe «in quanto, di fatto… siamo sempre stati circondati da pensatori estasiati che se ne stavano in silenzio davanti ai ritratti di formiche geniali, avendo in testa solo straacazzate e non  idee utili».

«Cosa vuoi farci, cara» disse Paride, un formicone dalla lingua lesta «anche la creatura più amata nel nostro pianeta è destinata prima o poi a conoscere povertà e declino».

«Sono in straasintonia con te, caro Paride» fece seria Kevine che era così apertamente intelligente da inserire in ogni sua conversazione il rafforzativo ‘stra’ oppure, a volte, aumentava una vocale nel pronunciare la parola come se fosse una medaglia dovuta al merito della sua enorme cultura...."....
(dall'incipit del libro)